Sabato 30 marzo subito in campo 10 delle 16 squadre del mondiale pontificio. Novitā assoluta: due gironi per squadre di sacerdoti e due gironi per i seminaristi.Portoghesi e brasiliani in squadra insieme; i francesi con i belgi. Sabato 1° giugno le finaliTorna dal 30 marzo a Roma la Clericus Cup che, giunta alla 13ma edizione, vedrà scendere in campo ancora una volta seminaristi e sacerdoti. Ma con una novità: nella fase a gironi, che prenderà il via sabato prossimo nel centro sportivo Pio XI, seminaristi e sacerdoti per la prima volta giocheranno in gironi distinti per evitare di contrapporre, fin dall’inizio, ventenni e quarantenni penalizzando ovviamente questi ultimi, spiega Vittorio Bosio, presidente del Csi (Centro sportivo italiano) che promuove il mundialito della Chiesa con il patrocinio dell’Ufficio nazionale del tempo libero, turismo e sport della Cei; del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita; e del Pontificio Consiglio della cultura. “Così – commenta presentando oggi l’iniziativa nella sala Marconi della Radio Vaticana – nei quarti di finale avremo la certezza di poter applaudire almeno quattro squadre di preti”. Obiettivo del torneo, spiega, “trasmettere il messaggio dello sport per educare, il suo valore missionario e pastorale”. Di qui l’intenzione di alimentare questa consapevolezza nei seminaristi e nei preti affinché promuovano il calcio nelle parrocchie e negli istituti come strumento educativo e per la crescita dei giovani. In occasione del 75° di fondazione del Csi, il prossimo 11 maggio è in programma l’incontro di tutti i dirigenti dell’associazione con Papa Francesco, annuncia il presidente. “Siamo nati nella Chiesa, nell’Azione cattolica per volere di Pio XII. Vogliamo ribadire la nostra missione che è sempre attuale. Per questo siamo presenti sotto il campanile di tante parrocchie”. Con riferimento a episodi di violenza o esasperato agonismo nello sport giovanile e amatoriale, chiosa: “Da noi non avviene perché nei nostri oratori prevalgono l’amore, l’accoglienza e la cura dei ragazzi”.
“Giocare per credere” è lo slogan che quest’anno campeggia sulle maglie dei giocatori della Clericus Cup, il campionato mondiale di calcio rivolto a preti e seminaristi che prende il via sabato 30 marzo a Roma nel centro sportivo Pio XI per concludersi il 1° giugno. “È festa degli occhi che lo guardano e allegria del corpo che gioca”. Cita lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano, il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura che patrocina – con l’Ufficio nazionale del tempo libero, turismo e sport della Cei e il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita – il torneo promosso dal Csi. Nel messaggio inviato alla presentazione odierna dell’iniziativa – perché impossibilitato a partecipare da un impegno internazionale – il porporato afferma: “Il calcio è anzitutto gioco, espressione di gioia e di libertà. Ma è anche un potente strumento educativo che nelle mani dei sacerdoti, futuri educatori dei giovani, si rivela prezioso. Ed è su queste due dimensioni che si deve impegnare la Chiesa ma anche la società contemporanea”. “Un obiettivo, uno stimolo e un vissuto”: commenta così Salvador Conde Torres, vicerettore del Colegio Espanol de San Josè, lo slogan del torneo. Santiago Pérez de Camino, responsabile Ufficio Chiesa e Sport del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, richiama le parole del Papa all’incontro nel 2014 con il Csi per il suo 70° di fondazione: “Lo sport è un mezzo d’incontro, di inclusione e di santificazione”. “Questi seminaristi della Clericus Cup entreranno poi nelle parrocchie romane per accompagnare la pastorale sportiva”, osserva Daniele Pasquini, rappresentante Csi Roma, secondo il quale “bisogna creare una cultura sportiva nuova in cui lo sport possa andare oltre lo sport stesso”. “A noi – assicura – non servono tecnici: gli allenatori devono essere soprattutto educatori. Ci sta a cuore il destino di vita dei ragazzi con un approccio educativo a 360 gradi che prevede un dialogo con la famiglia e la scuola”.
Sono 403 (tra giocatori e dirigenti delle squadre) i tesserati iscritti alla XIII edizione della Clericus Cup, il mondiale di calcio di preti e seminaristi promosso dal Csi che con lo slogan “Giocare per credere” prende il via sabato 30 marzo nel Centro sportivo Pio XI a due passi da San Pietro per concludersi il 1° giugno. Sedici squadre in campo con una formula composta da quattro gironi di quattro squadre. Un totale di 359 calciatori di 67 nazionalità dei cinque continenti. Sono 34 gli italiani convocati tra i vari seminari diocesani. Messico e Nigeria i Paesi più rappresentati; in campo anche calciatori da Corea, Angola, Armenia, Venezuela e Sud Sudan. Torna in campo il Collegio brasiliano, accordatosi con il Collegio portoghese per dar vita alla Alleanza Luso-Brasiliana. Interessante si preannuncia la formazione del Collegio Franco-Belga. Nei capitani delle formazioni è ancora vivo il ricordo del maggio scorso, quando, insieme agli altri capitani in udienza da Papa Francesco gli donarono la maglia delle rispettive squadre finaliste e il Pontefice autografò alcune casacche, benedisse la coppa, assieme al pallone della finale. “Evangelizzate anche su un campo di calcio. La vostra missione è una sfida quotidiana”, l’esortazione ai calciatori di Bergoglio prima del selfie collettivo con i capitani e don Alessio Albertini, assistente ecclesiastico nazionale del Csi.
Il regolamento prevede la possibilità di effettuare cinque sostituzioni, chiamare il time out di cinque minuti, sanzionare i giocatori con il cartellino azzurro, espulsione temporanea di cinque minuti in caso di grave scorrettezza. Prevista inoltre prevede l’espulsione per 5 minuti. Ogni match che al termine dei minuti regolamentari finisse in parità, si concluderà ai calci di rigore, con due punti alla squadra migliore dal dischetto ed un solo punto al team sconfitto. Alla fine di ogni gara si effettuerà regolarmente uno speciale “terzo tempo”; oltre alla stretta di mano una preghiera comune.