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Gregoriana di rigore. Psg, che ko!


pubblicato il 04/03/2012
Ufficio Stampa Clericus Cup

I campioni superano 7-5 dal dischetto l'Angelicum. Ma nel girone A splende il bianco merengues del Sedes Sapientiae, straripante sui francesi: 7-1




Gregoriana – Angelicum 7-5 dcr (2-2)

Derby vibrante fra le due università. I campioni, ripresi dal 2-0, vincono ai rigori

 

La Clericus Cup riparte da dove era finita. Gregoriana e Angelicum si ritrovano al debutto dopo la finalissima della scorsa stagione che aveva incoronato campioni gli amaranto di Salvatore Ranieri. Come allora a vincere è stata la Gregoriana che ha prevalso ai rigori dopo il 2-2 dei tempi regolamentari. Buona Gregoriana e cuore Angelicum. La squadra di Alexander Bolanos, anch’egli confermato sulla panchina dell’Angelicum a metà del secondo tempo era sotto di due gol ma non si è arresa, riuscendo a pareggiare nell’assalto finale.

I campioni in carica confermano la tradizione positiva dal dischetto, anche se a parare non c’è più “Julio Cesar” Marialdo. Il portierone brasiliano, decisivo l’anno scorso, è tornato a casa. Sta portando avanti la sua missione cristiana in una parrocchia a Florianopolis.

È destinato però a non farlo rimpiangere il croato Marijo Buljevic, vecchia conoscenza della Clericus Cup, per aver esordito qualche anno fa fra i pali dell’Ucro.

Per lui un passato nelle giovanili dell’Hajduk Spalato e nella serie B croata, prima di avere la vocazione. Che il portiere lo ha fatto a livello professionistico lo ha dimostrato con sicurezza e balzi felini. L’altra novità della Gregoriana è Lionel Messi. O meglio, il suo sosia: Andres Perez. La somiglianza tra i due è spaventosa e, come il campione del Barcellona, Perez è argentino ed è attaccante.

Dopo il sosia di Rooney (uno dei fratelli Ibarra che l’anno scorso giocava nell’Angelicum), quest’anno a calpestare l’erba dei campi vaticanic’è quello di Messi.

Completamente stravolto invece l’Angelicum, che ha cambiato mezza squadra. I sudamericani terribili Diego Ibarra e Giovanni Arbelaez, così come il portiere Gregorio Ansaldi, si sono accasati nel Verbo Incarnato (squadra da cui erano in “prestito”). Il roccioso difensore colombiano Juan Carlos Canoles in questa stagione lo ritroviamo arretrato con i guantoni sulla linea di porta: “Non c’era nessuno che sapesse fare il portiere, così lo faccio io”, spiega. Del vecchio Angelicum non è rimasto nemmeno l’azzurro della maglia, ora bianconera, come i colori dei domenicani.

Due le novità agli ordini di Bolanos e Stefano Moschini, il grintoso accompagnatore. Il bomber brasiliano Joao Kalevsky, guarda caso, anche quest’anno in una squadra diversa: “Ma non la cambio

più, finalmente sono a casa”, sorride. Il capocannoniere del 2010 studia infatti da anni nel collegio che fu di Giovanni Paolo II. L’altro volto noto, proveniente dal Sant’Anselmo, è l’imponente difensore nigeriano Henry Obinna.

La sua specialità, come vedremo, è il calcio di punizione.

La partita che ha dato il via al Girone A è stata tutto sommato equilibrata, anche se nel secondo tempo la Gregoriana ha fatto qualcosa di più per vincere.

Nel primo tempo è successo poco. La prima occasione degna di nota è per gli amaranto scudettati al 24’. Il nigeriano Eustake Okere con un bel movimento lancia il connazionale Kenneth Adesina che va sul fondo e mette in mezzo, ma Francesco Rutigliano, non ne approfitta. È il preludio del gol che arriva un minuto dopo.

L’intesa tra “Fra Fra” Rutigliano (finalmente titolare in campo dopo i guai fisici della passata edizione) e Daniel Tumiel si conferma ottima: il barese lancia il polacco che batte Canoles. Prima del riposo l’Angelicum pareggia ma l’arbitro annulla per fuorigioco: Kalevsky si ritrova davanti a Buljevic, il suo sinistro rasoterra, velenoso e angolato, diventa un assist al camerunense Minsone che appoggia in rete. Più avanti di tutti in offside per l’assistente.

Più divertente la ripresa. Al 4’ botta su punizione da posizione defilata di Obinna, con bella risposta di pugno di Buljevic. Un minuto dopo il portiere croato fa valere la sua esperienza con un’uscita sicura su calcio d’angolo. Poi è la Gregoriana a prendere in mano la partita, macinando gioco e mostrando sicurezza. A fine partita Rutigliano spiegherà il segreto: “Ci alleniamo insieme da ottobre”.

Amaranto vicini al raddoppio al 9’. Punizione da metà campo del nigeriano Philiph Egbuniwe, il suo lungo traversone mette i brividi a Canoles ma, a due passi dalla porta, né Tumiel, né Seba Vivas, né Rutigliano riescono a schiacciare in rete. Due minuti dopo Rutigliano e Tumiel pasticciano davanti al portiere, altra occasione sprecata. La Gregoriana prende il sopravvento, la difesa e il centrocampo dell’Angelicum si sciolgono e gli amaranto iniziano a giocare in velocità. Ed è così che nasce il raddoppio del neoentrato in campo Herman "Balo" Pounekrozou, l’attaccante della Repubblica Centrafricana, che supera un incerto Canoles in uscita. Un minuto dopo Tumiel sfiora il tris.

Quando la partita sembra chiusa l’Angelicum sale in cattedra e la riapre. Al 18’ Obinna segna il gol più bello della prima giornata con una punizione potente e a girare. Buljevic vola sotto l’incrocio ma non ci arriva. Obinna ci riprova allo stesso modo al 31’ ma stavolta il tiro, preciso, è più debole. L’incredibile pareggio arriva in pieno recupero con un tiro in mischia in area del messicano Juan Campos. Festa sulla panchina angelica, mani nei capelli nell’altra. “Come buttare via una vittoria, ma questo è il calcio”, sospira Ranieri.

La vittoria per la Gregoriana arriva comunque ai calci di rigore. Decisivo l’errore dal dischetto del polacco Mirek Sander. In verità ci mette lo zampino Rutigliano che, memore delle profezie vincenti ai rigori dello scorso anno, ci riprova e predice l’errore dell’avversario. A fine partita il frate barese è soddisfatto: “La squadra c’è, sono fiducioso, facciamo sul serio”. La Gregoriana punta al bis. L’Angelicum è apparso indebolito rispetto alla passata edizione ma vivo e resta una squadra da seguire.

 

Sedes Sapientiae – Pontificio Seminario Gallico 7-1

Tripletta di Naah e le merengues volano in testa. Transalpini a pezzi.

 

Troppo forte il Sedes Sapientiae o troppo debole il Pontificio Seminario Gallico? Il 7-1 finale è eloquente, lascia spazio a pochi commenti. Il Sedes è apparso molto più forte della squadra che l’anno scorso a sorpresa aveva conquistato la medaglia di bronzo. La squadra di Inaki Yarza lancia un avvertimento alla Gregoriana e alla Clericus Cup: per la vittoria dovete fare i conti con noi. Le merengues clericali hanno rinnovato metà squadra. Sono arrivati, tra gli altri, da Haiti Jesuus Mirvil, da El Salvador Juan Carlos Peña, parente del primo bomber della Clericus e dalla Croazia Krunoslav Siroglavic. Tutti e tre hanno partecipato alla festa del gol.

E poi c’è il vecchio bomber Anthony Naah: l’attaccante ghanese ha segnato tre gol, lanciandosi in testa alla classifica dei cannonieri

Molto deludenti i francesi. A pensare che l’inizio era stato positivo e dopo appena un minuto era arrivato il vantaggio illusorio di Maturin Sadio. L’attaccante senegalese aveva sorpreso su calcio di punizione il portiere del Sedes, il paraguaiano Bernardo Javier Weimber. Si illudono i festosi supporter francesi sugli spalti (rumorosi anche gli avversari), si illudono i calciatori che indossano

un bel completo che ripropone la bandiera francese. Poi il Sedes inizia a giocare e non c’è più partita. Al 4’ arriva il gol del pareggio di Siroglavic con un tiro dall’interno dell’area di rigore. Lo stesso croato (dopo un gol divorato a porta vuota dal compagno Mirvil) al 22’ segna il raddoppio con una botta dalla trequarti. A pochi minuti dall’intervallo il Sedes ipoteca la vittoria con il tris firmato da Peña su punizione, con il portiere francese Benoit De Menon non impeccabile. Nel secondo tempo continua lo show del Sedes che diverte e colpisce in velocità. Naah firma in avvio di ripresa il gol del 4-1. Il ghanese, dopo aver servito l’assist del 5-1 a Mirvil, segna anche il sesto e il settimo gol. Delirio Sedes Sapientiae. Il Psg, nonostante l’umiliazione, va a raccogliere gli applausi dei tifosi, ma l’ultimo posto appare già segnato.

 

 

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