Redemptoris Mater - Collegio Messicano 1-0
Il Messico esce dal Mondiale ecclesiastico a tempo scaduto. Neocatecumenali ancora ai quarti
Il Redemptoris Mater ringrazia Davide Tisato e conquista i quarti di finale sul filo di lana. Battere i messicani è stato più faticoso del previsto. I verdi si sono rintanati nel loro fortino, senza mai minare la porta di Samuel Piermarini. Fortino messo in pericolo e crollato quando i tiri dal dischetto sembravano ormai inevitabili. Il Red Mat quest'anno ha un grosso problema: mancano gli attaccanti che segnano. Davide Rebeggiani è in missione (insieme al fratello Fabiano, tra Cina e Corea del Sud), e Piermarini è dovuto tornare in porta. Così non segna più nessuno, a parte l'eterno Tisato, difensore bomber al quarto gol stagionale. Gara molto fisica, a tratti nervosa, quasi priva di emozioni, se non quelle musicali, con tamburini e chitarre, provenienti dai tifosi sugli spalti.
Il Red Mat prende il controllo della metà campo messicana, senza però riuscire a scardinare la difesa. Nei primi dieci minuti ci provano l'ivoriano Innocent Koaudio-Payne e l'ecuadoregno Andres Castro Arias. La partita non decolla. I calcioni e i falli tattici, soprattutto da parte messicana, sono più soventi delle geometrie. Al 21' applausi per Aldo Donelli che, in rovesciata, lambisce il palo. Lo stesso numero 10 gialloblù due minuti dopo spreca una punizione dal limite calciando alto.
"Zero a zero pane e acqua", minacciano ironicamente i tifosi del Red Mat, senza striscioni e più silenziosi del solito. Accanto a loro i messicani, tamburi e tricolori, provano a svegliare la squadra. Favela Garcia recepisce il messaggio e prova a dare la scossa, a inizio ripresa. Ma è un fuoco di paglia. Il gioco viene interrotto per uno scontro di gioco tra il portiere messicano Covarrubias e Koaudio-Payne. Entrambi restano a terra per un paio di minuti ma si rialzano. Al 15' vicinissimo al vantaggio il Red Mat: punizione a girare dell'argentino Ricardo Cruz, Covarrubias vola e toglie la palla dall'incrocio. Applausi per tutti. Il risultato non si schioda e i rigori si avvicinano. Ci sperano i messicani. E poi... Red Mat con Re Davide Tisato. Fa tutto lui. Prende la palla in difesa, arriva al limite dell'area avversaria saltando tre avversari come birilli, si fa atterrare. Lo spagnolo Jorge Gomis batte la punizione gettando nella mischia, batti e ribatti, finché il difensore veronese insacca e fa esplodere di gioia la panchina gialloblù.
Tisato si gode la vittoria: "Ce l'abbiamo fatta", esulta. Si scioglie, dopo la lunga tensione, mister Marco Spanò: "Vittoria sofferta, loro si son chiusi in difesa, hanno fatto molti falli ma ce lo aspettavamo. Noi eravamo a corto di fiato. A causa dell'influenza molti di noi in settimana non si sono allenati. Bene così". L'obiettivo è lo scudetto? L'allenatore, come sempre, non fa proclami: "Pensiamo partita per partita". Senza un bomber vero, però, riprendersi la coppa con il Saturno che manca ormai da cinque anni sarà molto difficile. L'allenatore messicano José Roman Manzo si congratula con i suoi ragazzi, nonostante la sconfitta. È l'uomo partita Tisato, infine, ad aprire il terzo tempo di preghiera, che placa finalmente gli animi e sancisce la pace.
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Collegio Urbano - San Paolo 2-1
Boakye agguanta l’Urbano e lo spaventa. Decisivo il rigore del solito JMV Jean Marie Voundi
Non bastano l'allegria e il gol del grande ex: il Collegio San Paolo sogna l'impresa ma si deve arrendere ai campioni in carica che volano ai quarti di finale. Ma quanta fatica per il Collegio Urbano, che riesce a domare gli avversari solo negli ultimi minuti, solo grazie al rigore del camerunense Jean Marie Voundi. Vanificato così il momentaneo pareggio dell'atteso ex Emmanuel Boakye, insieme a capitan Benedetto Ahamioje, coloro su cui il San Paolo aveva posto la sua fiducia…. Il ghanese anni fa segnava a raffica con la maglia dell'Urbano. Poi ha lasciato Roma, è diventato sacerdote e, non potendo ritornare tra gli ex compagni seminaristi, è stato accolto dal Collegio San Paolo, in prestito, visto che vive nel Collegio San Pietro, in Via delle Fornaci, un altro collegio de Propaganda Fide, pronto a disputare nel 2016 il decennale della Clericus. "Noi l'abbiamo pagato più di tutti", scherza il sempre sorridente Anacleto Monteiro. L'allenatore del San Paolo spiega come prepara la partita: "Con l'allegria". Come quella, contagiosa, del venezuelano Lisandro Rivas Duran, il rettore del Pontificio Collegio San Paolo Apostolo. A vederlo cantare come un bambino con la sciarpa portafortuna ("Io so in chi ho riposto la mia fiducia", è il versetto del Vangelo di Matteo su sfondo biancogiallo) non sembra il rettore. Invece è proprio lui! Il Ferrero della Clericus Cup (agita la sciarpa proprio come il presidente della Sampdoria) alla fine saluta e abbraccia Joel Minsi Endomo, l'allenatore-giocatore dell'Urbano, entrato in campo nel secondo tempo. L'Urbano era favorito ma ha saputo soffrire, consapevole che il San Paolo non era più la solita squadra materasso. I Leoni d'Africa, per il maggior numero di occasioni create, hanno comunque meritato la vittoria.
Partita divertente. Al 7' il camerunense Blaise Njikang Ewang porta in vantaggio l'Urbano e la partita per i campioni sembra farsi in discesa. Al 10' lo stesso Ewang potrebbe già mettere l'ipoteca sul match ma il suo colpo di testa finisce di poco alto. Il San Paolo non riesce a salire, la difesa rimane troppo indietro ed è monologo Urbano. Al 20' punizione del ghanese Melchiezedeck Addai, palla fuori. Al 22' dribbling e tiro dalla sinistra del sudanese Musa Kuwa Nabil, bravo Richard Ogboji. Il portiere del San Paolo si supera poi deviando in corner la botta ravvicinata di Ewang. Al 26' i paolini si affacciano dalle parti di Emmanuel Umanah, oggi al posto del titolare Morris Malila dolorante alla gamba, e per poco non pareggiano con l'indonesiano Polikarpus Mehangpraing.
Il pareggio arriva subito dopo il fischio d'inizio della ripresa. Eccolo, atteso e promesso prima della partita ("portate santa pazienza e vedrete che segno"), il gol di Boakye che si invola sulla destra e fulmina Umanah. L'Urbano accusa il colpo e per poco il tanzaniano Kilianus Zanzibar non segna il gol del clamoroso sorpasso, con Boakye a terra a battere i pugni. Al 16' è bravissimo Ogboji a ipnotizzare sottoporta Voundi. Al 19' Ewang si divora il gol del raddoppio. Tre minuti dopo il nigeriano Benedict Ahamioje pennella una punizione che dà l'illusione del gol, facendo esultare inutilmente la panchina paolina. Al 24' ancora un miracolo di Ogboji salva il San Paolo. Poi l'episodio che decide il match, al 26'. Fallo di mano del nigeriano Anthony Suoware, rigore netto. Voundi trasforma con brivido, con l'ottimo Ogboji che accarezza il pallone senza riuscire a bloccarlo. È festa per i Leoni d'Africa che, nel terzo tempo, si abbracciano e si congratulano con gli amici paolini. Festeggia anche l’economo del Collegio Urbano, don Remigio Bellizio, dopo una settimana di passione con i suoi ex ad inseguirlo, minacciando simpaticamente una mancata vittoria.
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