Riparte nel mese di marzo l'8^ edizione del Mondiale della Chiesa. La conferenza stampa venerdì 28 febbraio alle ore 11, presso l'Auditorium Minor del Centro Congressi Agostiniano, in RomaRoma, 26 febbraio 2014 – All’ombra del Cupolone ritorna il calcio della Clericus Cup. L’ottava edizione del mondiale calcistico pontificio, promosso dal Centro Sportivo Italiano, in collaborazione con l’Ufficio sport della Cei, e con il Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano, verrà presentata venerdì 28 febbraio alle ore 11, presso l’Auditorium Minor del Centro Congressi Agostiniano, in via Paolo VI, 25, a due passi dal Vaticano. Nell’anno in cui il Csi festeggia il 70esimo anniversario dalla sua fondazione, che sarà celebrato proprio in Piazza San Pietro il prossimo 7 giugno, quando Papa Francesco incontrerà le società sportive di tutta Italia in una grande festa dello sport, oltre ad un richiamo celebrativo al 70ennio, su ciascuna maglia dei preti calciatori ci sarà una scritta inneggiante al Santo Padre.
Quest’anno gli atleti della Clericus Cup scenderanno in campo con stampato sul petto “Il mio capitano è Papa Francesco”. Ne spiega il senso don Alessio Albertini: “Il compito di un capitano è quello che di trascinare la squadra, di essere punto di riferimento nei momenti più difficili, di dare coraggio ai giocatori più sfiduciati, di essere uomo simbolo… chi meglio di Papa Francesco incarna oggi questa figura nel campo grande come il mondo?”.
“È importante riallacciare i legami che hanno vincolato tradizionalmente lo sport agli istituti di formazione
sacerdotale – le parole del Cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Collegio della Cultura, sostenitore del torneo – Urge recuperare la dimensione profondamente educativa dello sport, come strumento di conoscenza di sé, di apertura all’altro, di superamento dei limiti e, come luogo della scoperta di Dio”.
Anche don Mario Lusek, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale del tempo libero turismo e sport, saluta la nuova edizione del torneo, condividendone le proposta che è ormai entrata nella tradizione “romana”. “La figura vera del “don” – parole del cappellano olimpico azzurro - è quella di colui che “scende in campo” nella partita educativa utilizzando anche la pratica sportiva nell’educazione ai valori. Lo vediamo così coinvolto sia nella performance sportiva che nel gioco della vita. Quindi ci piace pensare che coloro che parteciperanno alla Clericus Cup possano vivere e far vivere un momento di divertimento ma anche proporre lo sport nella sua dimensione originaria, quella del gioco, e comprendere il suo valore di risorsa pastorale".