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Vivas Gregoriana!


pubblicato il 29/05/2011
Ufficio Stampa Clericus Cup

L'unico argentino di Ranieri regala il paradiso agli oroamaranto. La Clericus va in Piazza della Pilotta.
















GREGORIANA - ANGELICUM 3-1

 

Bella finale. Gregoriana più squadra, Angelicum con più solisti. A segno Kibamba Kabila, Adesina e Vivas per Ranieri; il solito Arbelaez per Bolaños. La differenza la fanno le due difese ed i portieri.



 

La coppa con il saturno 2011 è della Gregoriana: gli oro-amaranto trionfano nella finale contro l'Angelicum e conquistano il loro primo scudetto nella Clericus Cup. Al fischio finale euforia, gioia e un pizzico di commozione travolgono i giocatori e Salvatore Ranieri, il mister tanto amato dalla squadra. La Gregoriana festeggia danzando a ritmo del Waka Waka, la canzone dei Mondiali in Sudafrica che sugli spalti è stato il coro d'incoraggiamento dei suoi tifosi. Una musica dal ritmo africano perché c'è tanta Africa nella vittoria. I due gol che hanno tagliato le gambe all'Angelicum sono infatti del congolesePaul Kibamba Kabila, che ha segnato la rete più bella del campionato, e del nigeriano Kenneth Adesina.

E l'Africa è entrata nel cuore di Ranieri che prima della premiazione ha indossato l'abito tradizionale africano: "Ancora non ci credo che abbiamo vinto... siamo un grande gruppo. Ero convinto che avremmo fatto una grande partita, i ragazzi erano carichi e mi hanno promesso il massimo impegno, li ringrazio, sono stati grandi". Ranieri non si tufferà in qualche fontana di Roma come fece l'ex l'allenatore della Lazio Delio Rossi, a lui basta poco per festeggiare: "Ora andiamo a mangiare tutti insieme nella parrocchia di Marialdo una grigliata di carne: carne argentina ".

Un simpatico sfottò agli avversari dell'Angelicum che hanno tanti argentini in squadra, a partire dai fratelli Ibarra. Padre Javier "Rooney", premiato come miglior attaccante della Clericus, oggi è rimasto a secco: i suoi tentativi si sono infranti sui guantoni di "Julio Cesar" Marialdo e sul palo. Sempre elegante in regia suo fratello Dieguito, che alla fine si dice contento perché il secondo posto resta un grande risultato.

Migliore in campo dell'Angelicum ancora una volta è stato il fantasista Giovanni Arbelaez: il colombiano, premiato come miglior giocatore del torneo, ha trasformato il rigore che ha riaperto la partita e ha creato scompiglio nella difesa avversaria. Il talentuoso numero 8 non è bastato per vincere ma va bene così: "Siamo contenti per l'esperienza nella Clericus, ci siamo divertiti, è stata un'ottima occasione ricreativa, di fratellanza. Poi il secondo posto alla prima partecipazione è un grande risultato".

È lo stesso discorso che fa il suo connazionale Alexander Bolanos. O meglio: suo figlio. L'allenatore voleva vincere, è giù di morale, e ci pensa il piccolo Juan Sebastian a fare le veci del padre. Il bambino parla come uno che sta da una vita nel mondo del calcio: "La nostra è stata una stagione molto positiva, per essere il primo anno", scandisce disinvolto, in perfetto italiano.

È subito Waka Waka Gregoriana. Nemmeno il tempo di cominciare che Kibamba Kabila prende palla e da fuori area fa partire un sinistro delizioso a girare che si sistema sotto l'incrocio dei pali. Un gol alla Totti o alla Del Piero: il più bello della quinta edizione del campionato vaticano. Come ha fatto? Il congolese ce lo spiega: "Ho visto il portiere lontano dalla porta, ho tirato e ho avuto fortuna". In effetti l'argentino Gregorio Ansaldi, senza voler sminuire il gesto tecnico del bomber oro-amaranto, qualche responsabilità ce l'ha.

Un minuto dopo l'Angelicum sfiora subito il pareggio: Arbelaez approfitta di una disattenzione difensiva, serve in area Rooney-gol che sfiora il gol di testa. La partita regala emozioni al pubblico, più chiassoso e irriducibile quello di fede angelica, con i cori instancabili delle decine di seminaristi dell’Istituto San Vitaliano di Segni in trasferta al seguito dei tomisti del Verbo incarnato: il capitano dell'Angelicum Juan Carlos Canoles, colombiano, tira una botta da metà campo che finisce di poco fuori, e subito dopo "Rooney" Ibarra scalda le mani di Marialdo.

All' 8' arriva l'incredibile raddoppio della Gregoriana: Kiba-Kabi-gol buca la difesa biancazzurra, mette in mezzo e Adesina, approfittando della palese disattenzione del bibliotecario colombiano, Canoles, segna d’esterno destro. Nemmeno dieci minuti e la finale sembra quasi scritta. Nessuno si aspettava un avvio così arrembante della Gregoriana,

I tifosi dell'Angelicum inneggiano all'attesissimo "Rooney" Ibarra: "Facci un gol!". Lui lo farebbe pure il gol se non ci fosse uno strepitoso Marialdo che, al 16', con un balzo felino toglie la palla dall'incrocio dei pali. Dopo due minuti l'argentino sbaglia un colpo di testa e spreca la palla del possibile 2-1.

Al 25' la Gregoriana potrebbe chiudere la partita: l'ala destra Adesina si accentra e mette Kibamba Kabila davanti ad Ansaldi, bravo però a ipnotizzarlo.

Al 27' l'Angelicum riapre la partita. Arbelaez ubriaca l'alto stopper croato Tadija Crnjak che lo atterra in area. Rigore: il colombiano trasforma e segna il 2-1. I biancoazzurri ritrovano l'entusiasmo e allo scadere del primo tempo Canoles mette in difficoltà Marialdo con una punizione. Spettacolo al Pontificio Oratorio San Pietro e partita di nuovo aperta.

Nella ripresa parte subito forte l'Angelicum. Arbelaez è imprendibile, a sinistra e a destra la sua classe calcistica può fare la differenza. Crnjak e Gutierrez in seconda battuta sono bravissimi a marcarlo e a costringerlo a decentrarsi, allontanandolo dalla porta. All'8° la Gregoriana fa tris e ipoteca la coppa: l’assist é di Marialdo che rilancia lungo, al limite dell’area avversaria il colpo di testa di Vivas che scavalca Gregorio Ansaldi sconsiderato nell’uscita a vuoto. Anche in questa occasione il portiere ha le sue colpe: è uscito a farfalla mancando una parata altrimenti comoda. Alla Clericus succede anche questo, che un Gregorio “aiuti” la Gregoriana.

Il gol di Vivas per l'Angelicum è una botta tremenda, ma i ragazzi di Bolaños non demordono. Al 20' il neoentrato Gabriel Prado, argentino pure lui, mette in mezzo un pallone che l'attento Marialdo toglie dalla testa di padre "Rooney". Un minuto dopo le ultime speranze dei biancozzurri si infrangono sul palo colpito dallo stesso "Rooney" Ibarra con un sinistro che lo spirito santo gregoriano sospinge sul legno. L'Angelicum a questo punto non ci crede più e, allo scadere, Herman "Balotelli" Pounekrozou, tra i migliori il veloce esterno sinistro della Repubblica Centrafricana, sfiora il poker gregoriano. Negli ultimi minuti spazio anche a Francesco Rutigliano: il frate barese rientra finalmente in campo dopo l'infortunio tra gli applausi. Fatica a correre ma è ammirabile l'impegno con cui aiuta i compagni a difendere la vittoria.

Al triplice fischio finale comincia la festa. Kibamba Kabila esulta, "l'avevo promesso al mister che quest'anno ce l'avremmo fatta" e dà l'addio alla Clericus, "a giugno torno nel mio paese". Il polacco Daniel Tumiel finalmente può baciare quella coppa sfuggitagli cinque anni fa quando trascinò in finale la Lateranense. In campo anche padre Francisco Javier Egaña, il vice-rettore basco dell'università di piazza della Pillotta. Felicissimo per la vittoria, svela che la squadra aveva festeggiato in anticipo, come in una festa profetica: "Due giorni fa abbiamo fatto una festa per la fine dell'anno. Adesso c'è poco tempo per festeggiare: martedì gli studenti hanno i primi esami e devono studiare", scherza. Ma perché aspettare a far baldoria? Dopo aver ricevuto la coppa con il saturno da monsignor Claudio Paganini, presidente della Clericus Cup, tutti a pranzo per un barbecue. Il menù? Carne argentina, ovviamente.

 

Segui la Clericus Cup su "Non Solo Sport", in onda la domenica alle 9.30 e il lunedì alle 11.35 e 18.35 su Radio Vaticana Italia

 

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